Buoni propositi primaverili: alcuni consigli dalla Behavioral Economics

Di Alice Barbieri.

Ho da poco finito di leggere il libro di Katy Milkman “How to change. The Science of Getting from Where You Are to Where You Want to”1, guidata probabilmente dalla volontà di provare a realizzare alcuni buoni propositi dell’anno nuovo che ancora non sono riuscita a raggiungere. Se hai mai provato a fare un grande cambiamento nella tua vita sai bene quanto, noi esseri umani, tendiamo a resistere al ”nuovo”. 

Smettere di fumare, ridurre il consumo di carne, utilizzare la bici invece della macchina – sono tutti comportamenti che potremmo avere nella lista di buoni propositi. Sappiamo che gli obiettivi che ci poniamo, per essere facilmente raggiunti, devono essere il più possibile S.M.A.R.T.: specifici, misurabili, arrivabili, rilevanti (per te), e tempo-dipendenti2

E allora, programmiamo di andare a lavoro in bici tre volte a settimana, compriamo l’abbigliamento adatto e chiediamo a un nostro collega di venire in bici con noi a lavoro per avere quel momento di confronto che non ci concediamo mai durante la nostra giornata lavorativa. 

Ma questo spesso non basta. La macchina è molto più comoda della bici e la nostra mente continua a ripeterci “mi sono sempre spostato così. Perché cambiare?”.

L’Economia Comportamentale (Behavioral Economics), la scienza di come noi esseri umani prendiamo le decisioni, e l’Acceptance and Commitment Therapy e Training  (ACT – letta come un’unica parola), un approccio terapeutico recente con una forte componente esperienziale, possono darci degli strumenti pratici per cambiare il nostro comportamento. 

Ecco alcuni suggerimenti che possono accompagnarci nel cambiamento.

1. I nuovi inizi sono l’occasione perfetta per cambiare

Non possiamo non citare lo status quo bias che descrive la nostra tendenza a preferire lo stato attuale delle cose. Descrive il nostro impulso a continuare a comportarci esattamente come abbiamo sempre fatto, indipendentemente dal contesto in cui ci troviamo e dagli esiti che abbiamo riscontrato nel passato. “Si è sempre fatto così” è la frase che descrive alla perfezione questo bias.

Quello che è importante per cambiare il proprio comportamento è il timing. Gli studi condotti da Michael Shum3 hanno mostrato che tendiamo a pensare alla nostra vita come un insieme di episodi e capitoli, piuttosto che come un continuum. Se dovessi riassumere in breve (molto in breve) la mia vita vi racconterei dei primi anni di vita a Pesaro, degli anni dell’Università e i primi anni di lavoro come psicologa e Choice Architect, il “capitolo” in cui sono ora. 

Quando Katy Milkman e colleghi1 hanno intervistato un gruppo di americani su come si sentono in occasione di un nuovo inizio – come l’inizio della Primavera, il Capodanno, il loro compleanno, il secondo semestre dell’università –  hanno sentito ripetere più e più volte che i nuovi inizi offrono una sorta di seconda possibilità. “Le persone si sentono lontane dai loro fallimenti passati e si sentono un’altra persona, una persona che ha motivo di essere ottimista per il futuro”1

2. Ragiona per direzioni

Quando pensiamo al cambiamento, ci viene in automatico avere in mente alcuni obiettivi ben definiti che vogliamo raggiungere nel breve e lungo termine. L’altro lato della medaglia dell’adottare questa mentalità è di pensare solo ed esclusivamente in funzione dei nostri obiettivi e del loro raggiungimento. Se riusciamo a raggiungerli ci sentiamo soddisfatti, certo, ma cosa succede se non ci riusciamo? Potremmo provare ansia, stress, e sentirci addosso il peso del fallimento per non avercela fatta. 

Una soluzione sarebbe quella di orientare le nostre scelte in funzione dei nostri valori, di quello che è importante per noi, della direzione verso cui vogliamo andare. In questo modo, nel momento in cui ci accorgiamo che non ci stiamo muovendo in linea con la direzione che desideriamo seguire, possiamo correggere la rotta e cambiare il nostro comportamento. Non c’è possibilità di fallimento. 

La scelta di spostarsi in bici per andare al lavoro può essere guidata dall’obiettivo di avere un fisico più tonico, ma anche dalla direzione di vivere una vita più salutare, sostenibile, di cura verso se stessi e verso il proprio corpo. Quando vogliamo cambiare un comportamento, possiamo collegarlo ai nostri valori e alle nostre direzioni2

3. Aggiungi delle gratificazioni ai tuoi successi (anche quelli piccoli)

Un altro errore sistematico che può ostacolare il cambiamento è il bias del presente. Questo bias indica la nostra naturale tendenza a preferire gratificazioni immediate, piuttosto che ricevere ricompense più grandi, nel lungo termine. Il bias del presente ci può portare a rimandare tutti i compiti che ci siamo prefissati e che servono per raggiungere i nostri obiettivi nel lungo termine. 

Come suggerito dal libro di Katy Milkman1, Mary Poppins ha ragione: basta un poco di zucchero e la pillola va giù! E’ importante rinforzare i nostri comportamenti, anche quelli più piccoli, che vanno nella direzione di quello che è importante per noi. Possiamo aumentare la probabilità futura di emettere lo stesso comportamento, attraverso una gratificazione immediata.

Per esempio, puoi permetterti di fare binge-watching su Neflix (se e solo se è un’attività gratificante per te) quando hai terminato un’attività virtuosa che ti sta portando verso il tuo nuovo cambiamento (come andare in bicicletta a lavoro). 

Lo “zucchero” che può aiutarci a favorire il cambiamento è una mentalità di anticipazione verso i fallimenti. Sbagliare è inevitabile e perfettamente normale. Prova a pensare agli ostacoli che potresti incontrare lungo il tuo percorso di cambiamento e ragiona sulle soluzioni che possono aiutarti ad affrontarli. “Quando succederà X, farò Y”.

Quando arriverà il pensiero “mi sono sempre spostato con la macchina per andare a lavoro, perché usare la bici?”, chiamerò il mio amico green-friendly, sportivo che compra prodotti solo a KM0 per chiedergli un consiglio. Quando la ruota della bici scoppierà, chiamerò il numero XY che ho già scritto sul post-it della macchinetta del caffè. Lo vedo tutte le mattine, quando faccio colazione. 

4. Scegli un compagno “di cambiamento”  

Le nostre decisioni sono fortemente influenzate dalle norme sociali e dal comportamento di chi ci sta vicino. 

Scegli un compagno di cambiamento e provate ad osservare le persone che vi circondano e che sono riuscite a raggiungere un obiettivo per voi importante. Notate il loro percorso, i loro comportamenti e le modalità che hanno utilizzato per giocare d’anticipo e per prevedere i loro fallimenti. Più sei vicino a questa persona, più la sua situazione è simile alla tua e più è probabile che sarai influenzato dal suo comportamento1.

5. Esplicita le tue intenzioni

Se te la senti, puoi annunciare pubblicamente la tua intenzione di cambiare, informando amici, familiari, o conoscenti. Il semplice fatto di avere più occhi puntati addosso, può aumentare la pressione a mantenere la parola data e a portare a termine il tuo obiettivo2.


FONTI

1Milkman, K. (2021). How to Change: The Science of Getting From Where You Are to Where You Want to Be. New York, NY: Portfolio/Penguin.

2https://stevenchayes.com/36-tips-to-make-resolutions-that-stick/

3Shum, M. S. (1998). The role of temporal landmarks in autobiographical memory processes. Psychological Bulletin, 124(3), 423–442.

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L’autrice

Alice Barbieri

Laureata in Psicologia Clinica dell’età evolutiva, si è presto appassionata alle scienze comportamentali. Collabora con aBetterPlace e il Centro Interazioni Umane di Milano, dove sta approfondendo la Behavioral Economics ed i suoi legami ed applicazioni al mondo interno degli individui. Ama leggere, viaggiare ed esplorare con curiosità quello che ci circonda. 

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