11,5%.
La percentuale di giovani italiani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che nel 2022 sono usciti dal sistema di istruzione senza aver conseguito un diploma o una qualifica.[1]

Educazione e Cultura

Ciascuno di noi prende, in maniera consapevole o inconsapevole, milioni di decisioni lungo l’arco della vita. Spesso, anche per gli adulti, la presa di decisione è un’esperienza impegnativa e stressante, che si accompagna a sentimenti di incertezza. Nessuno però ci ha mai insegnato come si prendono buone decisioni, l’attenzione è spesso sul risultato delle decisioni e non sul processo decisionale. È invece fondamentale che bambini e ragazzi imparino il prima possibile come siamo fatti e che il contesto in cui viviamo è in grado di influenzare potentemente le nostre decisioni.

L’obiettivo dei programmi di decision education è quello di aiutare bambini e ragazzi ad apprendere e allenare le abilità e le competenze necessarie per prendere buone decisioni, lavorando su errori decisionali (bias) ed aumentando la loro consapevolezza, rendendoli decisori sempre più efficaci; così che i cittadini del domani promuovano, con le proprie scelte e il proprio comportamento, il benessere individuale e sociale sia nel breve che nel lungo termine.

Studenti

Organizziamo incontri con gli studenti dei diversi ordini scolastici, per fornire le conoscenze di base su cosa impatti sulle loro decisioni e coprogettare interventi di cambiamento all’interno del loro contesto scolastico o familiare.

Alcuni temi che trattiamo

  • Inclusione e uguaglianza di genere;
  • Apprendimento scolastico: migliorare il benessere e la performance a scuola;
  • Comportamenti ecosostenibili;
  • Fake news: come riconoscerle e proteggersi;
  • Modalità di lavoro di gruppo e collaborazione;
  • Consapevolezza e uso del digitale;
  • Cittadinanza attiva;
  • Orientamento scolastico: scelte del percorso formativo da intraprendere;
  • Buona alimentazione.

Docenti

Organizziamo incontri con i docenti con 2 finalità differenti

  1. Fornire le conoscenze sui processi decisionali e dare strumenti e materiali didattici che possano essere utilizzati durante le ore di docenza con i propri studenti
  2. Aiutare ad affrontare tematiche specifiche nella gestione dei comportamenti delle persone che, a vario titolo, frequentano la scuola (es. problemi di conflitto docenti-genitori, difficoltà nell’indirizzare gli studenti verso comportamenti più sostenibili nella scuola, come stimolare la motivazione degli studenti, come farli lavorare meglio in gruppo, ecc.).

Dirigenti

Partendo dall’individuazione di specifici comportamenti che la scuola ritiene necessario che vengano adottati all’interno dell’edificio scolastico da parte di studenti, docenti, amministrativi, personale ATA, aiutiamo i dirigenti scolastici a rivedere il contesto scolastico dal punto di vista fisico, verbale e sociale.

Il contesto può essere modificato sia con l’inserimento di elementi fisici sia ridisegnando i processi che guidano in modo adeguato i comportamenti e supportino nell’individuazione delle migliori modalità di comunicazione delle informazioni e delle richieste.

In quali aree:

Comprendere cosa condiziona la nostra motivazione e come sia possibile agire per mantenerla elevata.

Come si crea e come si gestisce la motivazione degli studenti? Cosa può fare un docente per favorire buone decisioni, cooperazione, impegno? Oggi sappiamo che l’ambiente, inteso come contesto fisico, sociale e verbale in cui ci troviamo, ha un influsso potente sulle nostre azioni. In economia comportamentale la motivazione è vista come un processo: dinamica, multicomponente, contestualizzata e influenzabile. Tutte leve a favore di chi, come docente, deve poterla stimolare.

Costruire ambienti che favoriscano l’attenzione e l’apprendimento.

I contesti scolastici sono fatti di regole, segnali, comunicazioni, modalità di insegnamento, relazioni, di ambienti fisici e ora anche digitali. Una progettazione armonica di tutti questi elementi mettendo al centro gli studenti e il loro modo di reagire agli stimoli, fa la differenza nel riuscire a catturare la loro attenzione e nel rendere l’apprendimento non un dovere ma un processo naturale. Crediamo, cosi come evidenziato anche dalla Comunità Europea  (2006/962/CE), che tra le competenze chiave per l’apprendimento permanente, ci sia quella di imparare ad imparare, ossia “l’abilità di perseverare nell’apprendimento, di organizzare il proprio apprendimento anche mediante una gestione efficace del tempo e delle informazioni”. Su questo crediamo che l’economia comportamentale abbia molto da dare a tutti noi.

Incrementare l’inclusione in ambito scolastico e gestire al meglio i conflitti.

La presa di consapevolezza di come funzioni il nostro processo decisionale, di quali siano gli errori ricorrenti in cui tendiamo a cadere e dell’importanza rivestita dal contesto fisico e verbale nell’indirizzare il nostro modo di agire rappresenta uno dei fondamenti per riuscire a comprendere cosa stia alla base della nascita di un conflitto e come questo possa essere gestito.

Atteggiamenti poco inclusivi molto spesso vengono messi in atto a livello inconscio, inconsapevolmente intervengono pregiudizi, vengono utilizzate parole o formulate frasi che creano un contesto verbale poco favorevole, all’interno del quale gli studenti prendono le proprie decisioni.

Promuovere l’osservanza delle regole e il reciproco rispetto a scuola.

Sono tantissimi i bias cognitivi che intervengono quando dobbiamo rispettare delle nuove disposizioni. Conoscerli risulta fondamentale per disegnare interventi che semplifichino il più possibile i processi necessari affinché il comportamento desiderato venga messo in atto, ma anche per adottare le modalità di comunicazione più adeguate per favorire la compliance.

Orientare verso comportamenti sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale.

Per favorire comportamenti sostenibili è necessario lavorare su diversi livelli di consapevolezza: occorre far prendere coscienza delle conseguenze delle proprie scelte, riuscendo a far rendere pienamente conto che le conseguenze dipendono da ciò che, momento per momento, scegliamo di fare. È necessario inoltre lavorare sui valori che sono il vento portante delle nostre decisioni: vanno identificati, coltivati, negoziati e rispolverati periodicamente. Interventi di nudging rappresentano soluzioni efficaci ed efficienti per creare coerenza fra ciò che pensiamo (i valori e gli ideali a cui facciamo riferimento) e ciò che diciamo e facciamo (le nostre azioni quotidiane, che in molti casi possono risultare dissonanti).

Favorire un utilizzo consapevole ed equilibrato della tecnologia

I bambini oggi nascono in contesti iperdigitalizzati: prima si riflette su come guidarli ad usare in modo consapevole i dispositivi, meglio è. L’economia comportamentale ci aiuta a rispondere in modo scientifico e innovativo a domande quali: Cosa induce i ragazzi a passare così tante ore con lo smartphone e in generale con il digitale? Come guidare gli adolescenti ad un uso sano e consapevole dei media digitali? Come aiutarli a gestire la propria privacy e identità online?

Incentivare scelte alimentari più sane

Per promuovere stili alimentari più sani all’interno del contesto scolastico si può lavorare sul livello di consapevolezza del legame tra alimentazione e salute ma questo sicuramente non basta: sappiamo come per tutti noi, ma soprattutto per i giovani, sia difficile agire oggi pensando a conseguenze future. È importante, quindi, capire come disegnare contesti che guidino oggi le scelte alimentari, dal disegno adeguato delle mense scolastiche, alla modalità di proposizione degli alimenti stessi. A seconda dell’età l’approccio può essere più o meno ludico.

Favorire cambiamenti comportamentali, analizzando e rimuovendo le barriere al cambiamento.

Un modo diverso di guardare al cambiamento, proposto dall’Economia Comportamentale, è quello dei processi decisionali. Una nuova idea, nuovi comportamenti, nuove abitudini, possono essere visti come scelte, come conseguenze delle nostre decisioni. Le innovazioni sono scelte disruptive, che rompono con il passato e con abitudini radicate. Che cosa le genera? Cosa le frena? Come possono essere promosse?

[1] Annuario ISTAT, 2023

Alcuni dei nostri interventi

Dalla teoria alla pratica: scopri come abbiamo applicato le scienze comportamentali per l’educazione e la cultura.

Sei interessato a questi temi?