Stessa piazza, diversi bisogni: un caso di negoziazione comportamentale a Milano

PROBLEMA

Piazza Spoleto del Municipio 2 di Milano meglio conosciuta come piazzetta Arcobalena è situata all’interno di NoLo (acronimo di “North of Loreto”) – quartiere che negli ultimi anni è stato attraversato da grandi cambiamenti diventando sempre più attrattivo per famiglie e giovani. Dopo un primo processo di riqualifiazione all’interno del progetto “piazze Aperte” la piazza ha visto nascere dei conflitti rilevanti tra i residenti e i frequentatori della piazza. Obiettivo del percorso è stato quello di avviare un confronto e un dialogo inclusivo e paritario sul futuro della piazza, capace di contemplare le esigenze di tutte e tutti, residenti e avventori, che coinvolgesse l’Amministrazione comunale, il Municipio, le associazioni locali, il mondo della scuola e i commercianti.

BEHAVIORAL INSIGHT

Quando due o più persone o gruppi con preferenze ed esigenze differenti hanno bisogno di raggiungere una decisione comune, sono chiamati a negoziare. Gli esseri umani non prendono sempre decisioni perfettamente razionali e ottimali per sé e per gli altri: se questo è vero per le decisioni prese individualmente, immaginiamo cosa succede quando il processo decisionale coinvolge più persone. L’Economia Comportamentale intende superare il modello “a torta fissa”, secondo il quale la negoziazione consiste nello spartire un numero di risorse limitato, comportando necessariamente un esito asimmetrico (vantaggio di una o più parti a discapito delle altre). Al contrario, il modello di negoziazione ad approccio comportamentale proposto è quello che in economia si definisce “a torta ad espansione” che ha il fine di portare un valore aggiunto, un arricchimento delle risorse inizialmente disponibili, grazie all’interazione positiva e propositiva delle persone coinvolte.

AZIONI

Nella prima fase sono stati individuati dai nostri partner di progetto i soggetti, singoli e collettivi, più rappresentativi del contesto sociale dei residenti e fruitori della piazza e sono stati attuati il processo di ascolto e la mappatura di bisogni e interessi. Noi ci siamo occupati della seconda fase, ossia quella di negoziazione.
Gli obiettivi del nostro percorso sono stati:
– Far riflettere i gruppi sociali fruitori della piazza sui bisogni emersi nella fase di ascolto per individuare uno spazio di negoziazione e degli obiettivi condivisi verso cui tendere;
– Raccogliere proposte di soluzioni condivise ai principali bisogni emersi, cercando di stimolare l’adozione di soluzioni innovative basate sui principi dell’Economia Comportamentale e del Nudging.
In entrambe le fasi ci siamo avvalsi dei principi della negoziazione comportamentale.

 CLIENTE

Comune di Milano

 AREA

Milano

 ANNO

2022

 NUMERI

  • Il progetto ha portato alla stipula di documento utile per stendere un successivo patto di negoziazione

PROBLEMA

Gruppo Abele è una non profit storicamente presente sul territorio torinese e piemontese, che lavora su tutte le forme di povertà: quella economica, ma anche quella educativa, sociale, relazionale.
Pur avendo un’attività molto varia, presente e importante, in particolare nella città di Torino, Gruppo Abele ha un problema di invecchiamento della propria base di donatori e sostenitori. Le sue attività e il suo marchio sono poco note a generazioni più giovani e il tema stesso della povertà, in tutte le sue forme, e di quanto sia necessario fare per curarla, è troppo poco conosciuto.
Obiettivo di Gruppo Abele è quindi riuscire a raggiungere, con il proprio messaggio e la propria presenza, le nuove generazioni e una più ampia base di donatori.

BEHAVIORAL INSIGHT

Il principale problema con cui, spesso, le realtà non profit si trovano a scontrarsi, è la distrazione. Le persone, potenziali donatori e sostenitori della causa e delle attività di una realtà non profit, sono di fatto distratte: impegnate in attività quotidiane e concentrate su impegni e valori di cui sono consapevoli, non notano e non danno attenzione ad una causa diversa. Anche nel caso in cui questa sia molto vicina a loro, come nel caso della povertà, che è molto presente in molte città italiane.
Accanto alle vie del centro, dove le persone camminano ignare, dedicandosi allo shopping o allo svago, ci sono sofferenze e bisogni che Gruppo Abele intercetta e cura.
Abbiamo quindi bisogno di attirare l’attenzione di persone distratte, che passano di lì per caso, e farle interessare alla causa di Gruppo Abele, così che abbiano l’occasione di comprenderla e, se lo vogliono, di interessarsene. In questo modo diventeranno anche consapevoli del ruolo di Gruppo Abele.

AZIONI

Abbiamo sviluppato una campagna di comunicazione incentrata in particolare su un totem touch screen, che è stato posto su vie centrali di pubblico passaggio. Il totem ha l’obiettivo di sviluppare decisioni rapide, guidate da curiosità e intuito. Abbiamo voluto che le persone decidessero di avvicinarsi al totem e interagire in modo euristico: dovevano essere attratte, incuriosite, coinvolte senza avere troppo tempo di riflettere su costi-benefici della scelta. In questi casi è necessario infatti evitare io più possibile decisioni analitiche, perché la riflessione prima dell’interazione rappresenta un rischio da evitare. Una decisione analitica infatti richiede tempo e l’esito non è prevedibile. L’avvicinamento al totem non è stimolato dai valori associati alla campagna, che vengono invece svelati e scoperti durante l’interazione con il totem: un percorso ingaggiante, che dura poche decine di secondi e che porta, con semplicità, alla scelta finale di effettuare una prima micro-donazione a Gruppo Abele a sostegno della sua causa.

 CLIENTE

Comune di Milano

 AREA

Torino

 ANNO

2021

 NUMERI

  • 3 workshop con il cliente per lo sviluppo dell’idea
  • 5 osservazioni etnografiche del funzionamento del totem