Effetto Framing: quando la cornice cambia il quadro

Quanto le nostre decisioni sono influenzate dal modo in cui una stessa informazione ci viene proposta?

Diversi studiosi nel campo della Behavioral Economics hanno cercato di rispondere a questa domanda. In particolare Kahneman e Tversky, ovvero i due psicologi che per primi hanno dato una contributo fondamentale per la nascita della disciplina, hanno dedicato un intero filone di studi all’analisi di quell’effetto psicologico conosciuto come effetto framing (Tversky e Kahneman, 1981, 1986). 

In cosa consiste tale effetto?

Secondo quello che viene definito principio d’invarianza, uno dei fondamenti dell’economia neoclassica, le nostre le nostre decisioni non dovrebbero essere influenzate da aspetti irrilevanti di un problema come, ad esempio, il modo in cui questo è formulato (Tversky e Kahneman, 1986). La ricerca mostra invece come tale principio venga sistematicamente violato in determinate circostanze.

L’articolo dell’Economist di seguito proposto descrive l’effetto framing e prova a fornire alcune indicazioni su come utilizzarlo per comunicare in modo ottimale notizie sul covid-19.

Si ipotizza, in particolare, che l’utilizzo di un frame positivo (es. “resta al sicuro”) possa risultare più efficace di un frame negativo (es. “se esci potresti ammalarti”). 

Viene inoltre messa in luce l’importanza di fornire ai cittadini informazioni tra loro coerenti e messaggi che non lascino spazio a interpretazioni personali.

Fonte: How to frame public health messages so people hear them, The Economist

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