Un acronimo per la gestione del COVID-19

di Massimo Cesareo || Uno degli obiettivi di policy maker e studiosi del comportamento durante l’emergenza legata al COVID-19 è stato (ed è ancora) quello di orientare le persone a mettere in atto alcuni comportamenti protettivi: distanziamento sociale, seguire i corretti protocolli di igiene personale, seguire alcune norme in ambienti chiusi o condivisi. Tali obiettivi, per essere raggiunti, devono innanzitutto essere compresi in modo chiaro dalla popolazione.

Il Nudging in questo senso può fornirci un valido supporto. Le sue prime applicazioni sono state infatti proprio nate per rendere semplice qualcosa di complesso.

Non è un caso che uno dei due capostipiti dell’approccio sia il giurista Cass Sunstein, amministratore dell’Office of Information and Regulatory Affairs (OIRA) dal 2009 al 2012 sotto l’amministrazione di Barak Obama. Uno dei suoi principali compiti fu infatti quello di snellire la burocrazia e semplificare le scelte dei cittadini statunitensi. Il lavoro di Sunstein in questo senso è raccolto anche in una sua pubblicazione, Semplice, per la cui recensione rimandiamo al blog di Nudge Italia.

In che modo è dunque possibile applicare strategie di semplificazione durante l’emergenza COVID-19? Uno dei modi di farlo consiste nel comunicare informazioni e buone prassi in una forma che ci permetta di richiamarle velocemente in memoria. Tra gli strumenti che possono aiutarci a farlo ci sono gli acronimi. 

Questi ultimi sono parole formate generalmente da lettere o sillabe iniziali. Tale modalità di esprimere concetti più complessi viene adottata per rendere le informazioni più immediate e facilmente processabili. Il motivo per il quale possono aiutarci è molto semplice: noi tutti abbiamo risorse cognitive limitate, e tra queste anche uno span di memoria a breve termine ridotto che può variare mediamente tra le 7 ± 2 informazioni. Quando dobbiamo memorizzarne un numero maggiore andiamo in sovraccarico e rischiamo di scordare qualcosa. Gli acronimi ci permettono di raggruppare sotto una sola parola diverse informazioni. 

Vediamo ora qualche esempio di acronimo utilizzato recentemente per la promozione di buone prassi e per la gestione di possibili momenti di crisi durante l’emergenza COVID-19. Nello specifico ne descriviamo due: 

Il primo è l’EAST, proposto dal The Decision Lab sulla base dell’omonimo modello proposto dal Behavioral Insight Team per fornire ai policy maker alcune semplici strategie da seguire per fare in modo che le persone si lavino le mani regolarmente.

Le lettere che compongono questo acronimo stanno per:

E = Easy. Quando vogliamo guidare le persone verso un determinato comportamento dobbiamo innanzitutto trovare modi per renderlo semplice. Possiamo, ad esempio, fornire loro poche e chiare indicazioni su come frizionare le mani nel momento in cui devono lavarle. 

A = Attractive. alcuni stimoli catturano la nostra attenzione, altri no. Dobbiamo quindi trovare strategie utili per fare in modo che le persone si accorgano dell’esistenza di elementi del contesto che vogliamo che notino e/o utilizzino. Rendere il sapone ben visibile grazie all’utilizzo di particolari aromi o di colori sgargianti può essere, ad esempio, una buona strategia. 

S = Social. I nostri comportamenti sono influenzati da quello di altre persone del nostro contesto sociale. Possiamo fare leva su questo fattore per guidare le scelte individuali. Ad esempio fornendo feedback alle persone sul fatto che lavarsi le mani prima di mangiare rappresenti una buona pratica, adottata dalla maggior parte degli individui.

T = Timely. Dare alle persone informazioni utili per mettere in atto un comportamento non è sempre sufficiente. È infatti necessario che tali informazioni vengano fornite loro nel momento più appropriato. Possiamo ad esempio affidarci a promemoria che ci indichino che è il momento giusto per lavare le mani.

Il secondo acronimo è il FACE COVID sviluppato da Russ Harris, uno degli autori di spicco nell’ACT, per aiutare le persone a sganciarsi più facilmente da emozioni e pensieri poco utili durante l’emergenza COVID-19 e aiutarle mettere in atto comportamenti protettivi (es. distanziamento sociale, disinfezione di mani e superfici, utilizzo delle mascherine protettive) guidati dai loro stessi valori (es. amore per i propri cari, cura del proprio benessere)

In questo caso, le lettere che compongono l’acronimo stanno per:

F = Focus on what’s in your control. L’autore suggerisce innanzitutto di portare la propria attenzione su ciò che è sotto il nostro controllo, ovvero le azioni che possiamo mettere in atto nel momento presente.

A = Acknowledge your thoughts and feelings. Successivamente viene suggerito di notare i propri pensieri e le proprie sensazioni con curiosità e senza giudizio.

C = Come back into your body. Entrare in contatto e prendere consapevolezza del proprio corpo è il terzo step veicolato dall’acronimo.

E = Engage in what you’re doing. Il successivo passo è quello di cercare di prestare attenzione in modo totale a ciò che si sta facendo nel “qui e ora”.

C = Committed action. Si passa dunque a definire azioni impegnate, ovvero la scelta consapevole di comportamenti utili per migliorare la nostra vita e quella delle persone a noi care.

O = Opening up. Un altro fondamentale step descritto nell’acronimo è quello di far spazio e aprirsi anche a sensazioni spiacevoli, cercando di mantenere un’atteggiamento gentile nei nostri stessi confronti, parlandoci come se dovessimo parlare ad un nostro caro amico.

V = Values. Il passo successivo è molto importante e riguarda i valori. L’autore ci sprona a chiederci che tipo di persone vogliamo essere in questo periodo e di orientare le nostre azioni in quella direzione.

I = Identify resources. Il penultimo passo è quello di individuare le risorse necessarie per avere supporto in caso di necessità. Tali risorse includono ovviamente le persone a noi vicine quali amici, parenti e vicini di casa oppure persone deputate a offrire supporto in situazioni d’emergenza quali operatori sanitari e volontari.

D = Disinfect & distance. Un ultimo suggerimento riguarda il rispetto delle misure di sicurezza, tra cui una corretta modalità di disinfezione e il mantenimento dell’adeguata distanza interpersonale. 

Questi due esempi ci aiutano a comprendere come sia possibile utilizzare le scienze del comportamento al servizio di una buona comunicazione in tempi di crisi. È questo un punto importante da comprendere se vogliamo favorire comportamenti protettivi e il rispetto di buone regole di convivenza durante questo periodo d’incertezza.

Fonti

Bibliografia

Miller, G. A. (1994). The magical number seven, plus or minus two: Some limits on our capacity for processing information. Psychological review101(2), 343.

Sunstein, C. R. (2014). Semplice: l’arte del governo nel terzo millennio. Feltrinelli Editore.

Sitografia

Russ Harris (2020). FACE COVID: How to respond effectively to Corona crisis

Se leggi l’articolo e ti vengono dei dubbi o vuoi approfondire ulteriormente, puoi contattarci: info@abetterplace.it