Sludge, il lato oscuro del Nudge. Esempi e soluzioni.

di Francesco Bianchi.

L’Economia Comportamentale, disciplina scientifica che si occupa di come gli esseri umani prendono le decisioni, ha nel suo repertorio alcune tecniche e strategie molto raffinate che possono essere utilizzate con grande efficacia in diversi contesti per migliorare i processi decisionali umani.

Il valore di questi strumenti, che hanno come scopo il cambiamento comportamentale, è avvalorato dagli studi di importanti premi Nobel e risultati evidenti sul campo. Le tecniche di Nudging e di Architettura delle Scelte rientrano tra questi strumenti.

Proprio in vista del loro essere strumenti molto potenti, è fondamentale fare affidamento ad un’etica solida ed imprescindibile.

Ma di cosa parliamo quando parliamo di nudge? Il nudge può essere definito come qualsiasi aspetto dell’architettura delle scelte che altera le probabilità di emissione di un comportamento in maniera prevedibile e sostiene l’opzione di scelta considerata “migliore” per il benessere del singolo o della comunità. Il rispetto della libertà di scelta dei singoli è un prerequisito essenziale: nessuna opzione viene proibita e le “spintarelle” devono essere progettate in modo che la persona possa aggirarle facilmente.”1  Solitamente, infatti, per riferirsi a  queste tecniche di intervento comportamentale si utilizza il termine “spinta gentile”: attraverso delle piccole modifiche nel contesto di scelta siamo in grado di spingere gentilmente le persone verso comportamenti virtuosi per sé e per gli altri, in linea con le proprie intenzioni ed i propri valori.

E se cambia lo scopo? È Sludge.

C’è però un rovescio della medaglia: quando si va a lavorare sulla probabilità di emissione di un comportamento si può incorrere in alcuni “pericoli”. Rischiamo, infatti, di mettere in secondo piano il benessere del singolo o della comunità per privilegiare un obiettivo personale (vendere un prodotto, per esempio).

Il termine Sludge venne presentato nel 2018 proprio da Thaler sulla rivista Science2. Secondo l’autore, è possibile creare “trappole mentali” dove i malcapitati siano portati a cadere in bias e meccanismi decisionali disfunzionali, ma è una pratica alquanto scorretta!

Gli Sludge si verificano nel momento in cui rendiamo più difficile la presa di una decisione. Le caratteristiche distintive del fenomeno sono: un’eccessiva ed ingiustificata frizione per arrivare alla scelta (frizione intesa come attrito, barriera, fatica decisionale) oppure l’essere spinti da evidenti cattive intenzioni2-3.

Ma in pratica, dove troviamo gli Sludge?

Esempi di queste barriere inserite appositamente per ostacolare il processo decisionale se ne trovano davvero tanti sia nel settore pubblico che privato. Thaler stesso fa alcuni esempi.

In America esiste un programma chiamato “Credito d’imposta sul reddito da lavoro” che ha lo scopo di incoraggiare il lavoro e migliorare il reddito percepito dai lavoratori poveri. L’Agenzia delle Entrate dispone di tutte le informazioni necessarie per effettuare in autonomia ed automaticamente rettifiche sui crediti derivanti da qualsiasi contribuente idoneo che presenta una dichiarazione dei redditi. Ma nonostante questo, le regole impongono alle persone di compilare un modulo che molti contribuenti idonei non riescono facilmente a compilare, privandoli così del sussidio.

In modo simile possiamo pensare a quanto la burocrazia nel nostro Paese renda complicata la vita di molti cittadini. Eppure, con piccoli interventi di architettura delle scelte, si potrebbero semplificare le vite e migliorare il benessere percepito di molte persone.

Una notizia recente ha poi riacceso numerosi dibattiti in merito agli Sludge anche nel settore privato. Il caso ha visto coinvolto il gruppo bancario Credit Agricole Italia che ha ricevuto 1 milione di Euro di multa dall’Antitrust per pratiche commerciali scorrette. Nel caso in questione, la banca aveva utilizzato delle strategie di architettura delle scelte nel portale Online della banca: i consumatori erano spinti ad utilizzare il bonifico istantaneo online rispetto a quello ordinario e, così facendo, si trovavano accreditati costi maggiorati sulla transazione.

Talvolta gli Sludge vengono riconosciuti (magari non esattamente come applicazioni scorrette di Nudge, ma come truffe o imbrogli) e puniti. Altre e troppe volte architetture di scelta fuorvianti vengono accettate e utilizzate, unicamente perché è difficile riconoscerle o perché “si è sempre fatto così”.

Come possiamo difenderci da queste pratiche scorrette.

La probabilità di inciampare in fenomeni di Sludge è molto alta, ma possiamo – e dobbiamo – fare qualcosa.

In quanto Architetti delle Scelte siamo chiamati ed evitare e contrastare l’utilizzo di queste modalità lesive e scorrette di applicazione dei principi dell’Economia Comportamentale.

Per quanto riguarda i destinatari degli interventi, l’appello è quello di lavorare sull’educazione e sulla consapevolezza. Si può affermare con certezza che i nudge hanno la caratteristica di un “easy opt out”: non è complicato evitarli. Quindi, è necessario difendersi solo dagli sludge che non ci lasciano liberi di scegliere.

In secondo luogo, dobbiamo riflettere sul fatto che la presa di decisione è un processo complesso e, conseguentemente, riflettere su come fare per potenziarlo. Prendendo consapevolezza della quantità di decisioni che prendiamo ogni giorno e sull’impatto delle nostre scelte sulla vita, sembra assurdo che in nessun momento ci venga insegnato come scegliere e come prendere decisioni efficaci.

Possiamo imparare a prendere decisioni? La risposta è sì! La Decision Education è un recente campo di insegnamento e apprendimento incentrato sullo sviluppo delle competenze, delle conoscenze e delle abilità necessarie per un processo decisionale efficace. Occupandosi per professione di processi decisionali, gli Architetti delle Scelte possono aiutare bambini, ragazzi ed adulti a riconoscere ed aggirare bias e le barriere che intervengono durante la presa di decisione, portandoli verso una consapevolezza maggiore delle proprie scelte e del proprio modo di funzionare.

Perché è importante il ruolo dell’Architetto delle Scelte?

L’architettura delle scelte è, per sua definizione, la disciplina deputata alla progettazione e al miglioramento del contesto in cui i decisori si trovano ad agire, al fine di semplificare ed ottimizzare i processi decisionali, riducendo così al minimo bias ed errori che potrebbero generarsi. Come spiegarono Thaler e Sunstein nel loro libro1 è essenziale predisporre un’architettura utile al decisore, che fornisca un efficace sostegno nel momento del decision-making e contemporaneamente non limiti la libertà di scelta (si parla appunto di paternalismo libertario).

Prevenire, individuare e correggere gli sludge diventa quindi una missione prioritaria per gli Architetti delle Scelte. Questo ruolo, talvolta carico di impegno e responsabilità, risulta determinante in numerosi contesti e situazioni.

FONTI

1 Thaler, H.R. & Sunstein. C.R. (2009). Nudge. La nuova strategia per migliorare le nostre decisioni su denaro, salute, felicità. Feltrinelli.

2 Thaler, R.H. (2019). Nudge, not Sludge. Science, 361 (6401), 431. https://www.science.org/doi/10.1126/science.aau9241

3 Sunstein, C. (2020). Sludge Audits. Behavioural Public Policy, 6 (4), 654 – 673. https://doi.org/10.1017/bpp.2019.32


L’autore

Francesco Bianchi

Laureato magistrale in Psicologia per il Benessere, si avvicina al mondo della salute organizzativa e della progettazione di spazi trovando ampio spazio di manovra come Well-being Specialist ed Architetto delle Scelte presso aBetterPlace. Considera la Behavioral Economics strumento fondamentale per promuovere il cambiamento ed il benessere psicofisico. Pensiero divergente e creatività lo contraddistinguono. Ama la natura e non perde occasione per una birra artigianale in compagnia.

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