di Lorenzo Gagliardi.
È mercoledì sera. Siete seduti a un tavolino di un bar del centro. Vi guardate intorno. Non ricordavate che ci fosse così tanta gente di mercoledì sera, prima del virus.
Al tavolo con voi ci sono quattro amici. Tre di loro li conoscete da una vita, non sono degli incoscienti.
L’altro invece è un loro amico e per la proprietà transitiva, anche lui sarà una persona con la testa tra le spalle. Giusto?
Nessuno ha la mascherina. Né voi, né le persone intorno. Né quelle in piedi, né quelle sedute.
Penserete che le prime sono proprio incoscienti. Quanto alle seconde, invece, non dovrebbero tenersela, perché stanno consumando. In teoria. Eppure, al vostro tavolo solo 2 persone su 5 stanno effettivamente consumando qualcosa. E gli altri cosa dovrebbero fare? Non lo sapete. Di sicuro però sapete che non c’è un metro tra voi e loro.
Il mattino dopo vi sveglierete e sentirete un vaghissimo bruciore alla gola. Un pensiero sinistro quanto ingenuo comincerà ad insidiarsi in voi. Non è che vi siete presi il virus? Penserete subito che al risveglio avete sempre un fastidio del genere. Ma quel mattino è particolare, perché ieri sera siete usciti e non avete usato (sempre) le misure di sicurezza.
Vi torturerete brevemente con pensieri controfattuali (se non avessi salutato Tizio, adesso avrei questo fastidio?), poi, dopo poche ore, il bruciore sarà sparito e smetterete di pensarci.
Nella migliore delle ipotesi, giovedì sera uscirete di nuovo e una volta seduti al tavolo, indosserete la mascherina. Ma a quel punto succederà qualcosa di strano. Uno dei vostri amici vi guarderà e dirà: “Perché non ti togli la mascherina? Tanto siamo seduti”. Magari alcuni rideranno un po’. A quel punto vi sentirete nel mezzo di un ampio crocevia di sguardi.
Nuovamente, nessuno ha la mascherina. Vi sembrerà che tutti si stiano chiedendo perché voi l’abbiate. A quel punto, vi sentirete un po’ stupidi, direte che è l’abitudine e la toglierete controvoglia.
Ecco, quella che avrete subito è una bizzarra norma sociale. In psicologia sociale, la norma sociale è un modo ampiamente accettato di comportarsi su cui le persone che appartengono a un gruppo concordano (Levine & Moreland 1990). Il “peso” percepito delle aspettative degli altri su come dovreste comportarvi in quella situazione (sul non indossare la mascherina, ad esempio) è invece la norma soggettiva. I vostri amici non si aspettano che voi utilizziate la mascherina e voi sentite il peso di questa aspettativa, quindi non avrete altra scelta che adeguarvi alla norma per non sentirvi fuori posto. Forse, riflettendoci, il loro comportamento vi sembrerà strano, perché neanche due mesi fa, proprio loro facevano i moralisti dal balcone di casa, fotografando runners inconsapevoli e mettendoli alla gogna sui social media. Anche in quel caso si parlava di norme sociali.
Ma perché prima si faceva la morale a chi si comportava in modo rischioso e ora si fa la morale a chi invece “pecca” di avversione al rischio? Secondo lo psicologo Barry Schwartz (2020), è una questione di moralization di alcuni comportamenti rispetto ad altri. Nel nostro recente passato, alcuni fenomeni sociali, come il fumo delle sigarette nei locali o la guida in stato di ebbrezza, sono stati moralizzati, nel senso che grazie a un processo di arricchimento delle conoscenze e di sensibilizzazione sulle conseguenze che questi comportamenti hanno sugli altri, oggi sono ampiamente ritenuti immorali e contro le norme sociali (e di legge).
Schwartz sostiene che anche l’uso delle mascherine e di altri comportamenti preventivi debba subire un processo di moralization. Questo non significa che occorra una nuova ondata di moralisti da balcone. Infatti, come suggerisce Tess Wilkinson-Ryan (2020), questo sarebbe inutile, oltre che dannoso, ai fini della costruzione di un’identità collettiva, che è per l’altro l’obiettivo ultimo di una qualsiasi norma sociale. Dunque, cosa bisogna fare per rendere i comportamenti preventivi delle norme sociali? Probabilmente, comunicare con chiarezza l’utilità delle mascherine è il primo passo, specie se si considera che ancora oggi esistono posizioni contrastanti su questa tematica nella comunità scientifica. Ciononostante, i messaggi che invitano all’uso delle mascherine (i cosiddetti messaggi normativi) esistono già. E sebbene l’utilizzo delle mascherine sia chiaramente aumentato ovunque, evidentemente non è abbastanza. Un approccio meramente “informativo” potrebbe quindi non bastare a causa dei limiti della nostra cognizione.
Anche la visibilità del comportamento è importante. Spesso l’astensione da comportamenti virtuosi è favorita dal falso consenso, ossia la tendenza a credere che le proprie opinioni siano ampiamente condivise dalla maggioranza. Tale fenomeno può essere contrastato anche semplicemente dal vedere gli altri indossare la mascherina: il loro comportamento agisce da nudge, segnalando che un determinato comportamento è adatto alla situazione.
Sorprendentemente, non occorre che sia l’intero gruppo a seguire la regola nelle fasi iniziali. Secondo lo studio di Damon Centola, pubblicato su Science nel 2018, esiste un “punto di non ritorno”, una percentuale minima di persone che, adottando una nuova norma all’interno di un gruppo, basta per stabilire una nuova convenzione sociale. Questa percentuale è appena del 25%, una minoranza ben coesa.
Quindi, quando vi chiederanno di togliere la mascherina, dite semplicemente che state bene così.
Probabilmente, un’altra persona del gruppo, nelle prossime uscite, si sentirà condizionato dal vostro comportamento e userà anch’egli la mascherina. E quando sarete in 2 su 5, gli altri finiranno per aggiungersi.
Fonti
Centola, D., Becker, J., Brackbill, D., & Baronchelli, A. (2018). Experimental evidence for tipping points in social convention. Science (New York, N.Y.), 360(6393), 1116–1119. https://doi.org/10.1126/science.aas8827
Levine, J. M. & Moreland, R. L. (1990). Progress in Small Group Research. Annual review of psychology. Annual Review of Psychology. doi: 10.1146/annurev.ps.41.020190.003101
Schwartz B. (2020), Secondhand Smoke, Moral Sanctions, and How We Should Respond to Covid-19, Behavioral Scientist, https://behavioralscientist.org/secondhandsmoke-moralsanctionsand-how-we-should-respond-to-covid-19/
Wilkinson-Ryan T. (2020), Our Minds Aren’t Equipped for This Kind Of Reopening, The Atlantic, https://www.theatlantic.com/ideas/archive/2020/07/reopeningpsychologicalmorass/613858/?fbclid=IwAR2MHUM2RDYmnJzh1z-2lhN6DYkOZkL8UQVKYzrfFgzFUZ1K3MNpdKSCJ4