Immagine: Courtesy Jammie Holmes e Library Street Collective. Foto di Hayden Stinebaugh

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Un appello disperato sullo sfondo del cielo azzurro. Le parole di un uomo che muore stagliate contro nuvole bianche. Le ultime parole di George Floyd, l’uomo ucciso dalla polizia di Minneapolis, sventolano placide nel cielo trainate da un piccolo aereo, come fanno di solito richieste di matrimonio, promozioni di eventi e auguri. Un esempio potente di quello che in behavioral economics si definisce framing: il dialogo fra un messaggio e il contesto che lo incornicia. Re-framing, in questo caso: cambi la cornice, cambi il contesto e modifichi il significato del messaggio. Lo puoi potenziare, depotenziare, fargli mutare valore.

Immagini: Courtesy Jammie Holmes e Library Street Collective. Foto di Hayden Stinebaugh

Jammie Holmes è un giovane artista di Dallas. Il suo lavoro, They’re Going To Kill Me, realizzato con il supporto della Library Street Collective, ha preso il volo il 30 maggio 2020 nei cieli sopra a Dallas, Detroit, Miami, Los Angeles e New York. Per ciascuna città una frase diversa, fra quelle pronunciate da George Floyd negli otto minuti in cui è morto, sotto il ginocchio di un agente di polizia. Un messaggio che vuole richiamare, nelle parole dell’artista, “a need for unity and the understanding that what happened to George Floyd is happening all over America”. Un lavoro di arte pubblica che crea una violenta dissonanza: strappa le parole al loro contesto originario, drammatico, per incastonarle in un contesto molto più frivolo, solitamente sereno. Il risultato è spiazzante.

La dissonanza è saliente: attira la nostra attenzione, si fa notare. Rimane impressa. Entra a far parte del nostro discorso mentale e ci resta. È nella natura umana prestare attenzione a ciò che stona e dedicarvi tempo ed energie. Un messaggio è tanto più potente quanto più cavalca questi nostri automatismi.