di Erika Omenetto.
Perché anche nel mondo dell’hospitality la RAL in sé, non basta a favorire un continuum motivazionale delle persone sul lavoro, pur rimanendo alla base del rapporto di reciproca utilità collaboratore-azienda?
L’economia comportamentale aiuta a spiegarlo parlando di rinforzi, specialmente su come questi possono influenzare il comportamento e le decisioni delle persone, spesso a livello inconscio. Ecco alcuni punti chiave (da maneggiare con estrema cura):
Rinforzo positivo: Si tratta di dare una ricompensa dopo che un comportamento desiderato è stato mostrato. Questo aumenta la probabilità che il comportamento si ripeta. Per esempio un riconoscimento per aver raggiunto un obiettivo.
Rinforzo negativo: Rimuove una condizione percepita come negativa quando viene mostrato un comportamento desiderato, aumentando così la probabilità che il comportamento si ripeta. Ad esempio, eliminare compiti noiosi quando un dipendente migliora la sua performance.
B.F.Skinner, uno degli psicologi più influenti del XX secolo è noto soprattutto per il suo lavoro nel campo del comportamento con la teoria del condizionamento operante. Con i suoi esperimenti ha dimostrato l’effetto positivo dei rinforzatori come stimoli motivazionali nei processi decisionali umani, il cui output è una scelta di comportamento (inteso, come azione, pensiero, verbalizzazione, lettura del contesto, ecc.). In contrapposizione abbiamo azioni basate su conseguenze negative o azioni correttive (come rimproveri, obblighi derivanti da norme/regolamenti, riduzione di privilegi), assai tipiche di contesti organizzativi gerarchici a cui generalmente si rifanno le strutture ricettive, specialmente di grandi dimensioni.
Quando si parla di rinforzatori, come stimoli di motivazione estrinseca, capaci di generare un incremento di comportamento in relazione a condizioni esterne, bisogna chiarire che contano enormemente l’intermittenza e la variabilità con cui si immettono gli stimoli nell’ambiente e che è necessario saper sfumare l’utilizzo di tali condizionamenti in relazione a fini etici.
Per rispondere al quesito iniziale, lo stipendio é un rinforzo a intervallo fisso e rispetto a sistemi di rinforzo più variabili, offre stabilità e sicurezza, ma può produrre l’effetto stallo, potrebbe quindi non essere così utile nel mantenere alta la motivazione, come rinforzi a rapporto variabile o rinforzi a intervallo variabile, leggermente diversi tra loro ma entrambi con una quota di imprevedibilità, come ad esempio un bonus consistente.
La motivazione concorre alla determinazione delle performance e va oltre all’idea di ripristino di un equilibrio (bisogno), rappresenta invece un desiderio, una forza attrattiva che genera il superamento dell’inerzia, producendo comportamenti.
I rinforzatori sul luogo di lavoro, non sono solo economici. Edgar H. Schein, psicologo noto per i suoi contributi nel campo della cultura organizzativa, per esempio, ci suggerisce fino a 10 possibili ancore di carriera, da intendersi come approcci personali di bilanciamento nel percorso professionale, dei DRIVER MOTIVAZIONALI. Conoscere e riconoscere i profili motivazionali, tra gli altri tipi di analisi, consente un maggior impatto nell’attivazione di stimoli facilitanti di comportamenti goal. In generale infatti, non è possibile intendere uno stimolo/condizione come facilitante o non facilitante tout court, è sempre necessaria un’indagine rigorosa che porti alle soluzioni (identificazione/attuazione delle leve) adatte, secondo le specificità del contesto di riferimento.
Gli architetti delle scelte professionisti di aBetterPlace possono aiutarti a padroneggiare il tuo sistema di rinforzi (aumento di un comportamento) e azioni correttive (riduzione di un comportamento) per agire eticamente sulla motivazione, ovvero il motore di spinta per le performance e il benessere dei team di lavoro.